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Meccanica o oliata - italien - Mirta Cimmino
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 Article publié le 16 février 2014.

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Tutto comincia dalla strada, dalla carreggiata.
Allo sguardo basta seguire i movimenti in corso, o i movimenti che si fermano, altrimenti detti staticità ; allo sguardo basta essere attento ai rumori.
La strada, dunque, la carreggiata, l’asfalto, le strisce bianche tracciate, regolamentari, che indicano già la larghezza approssimativa della vettura ; la luce da ogni lato del viale, le facciate bianche, i marciapiedi.. e in mezzo a tutta questa materia modellata, una materia dalle forme precise, una lunga carrozzeria annuncia il suo passaggio, tramite l’avanzamento della sua massa, tramite il progressivo crescere della sua linea - una linea piuttosto sagomata - tramite il rumore caratteristico e unico - un rumore anch’esso progressivo - del suo cuore, del suo motore.
Ora, è l’intera superficie di questa berlina che raggiunge e poi supera lo stesso punto, a partire dal suolo ; sono il cofano, le porte rivestite, il bagagliaio che scivolano come una massa unica, una forma indistinta, lasciando appena apparire le caratteristiche delle rispettive strutture.
Ora, le gomme compiono una rotazione cha accentua la brillantezza dei loro cerchioni, dei loro rosoni metallici sui quali si schianta il sole, prima di rimbalzare. Il volante è stato quindi leggermente girato, obbligando il veicolo ad adeguarsi all’asse prescelto, un asse che conduce verso un’altra, una nuova direzione.
L’automobile si allontana, come pure la sua linea, e come il rumore del suo cuore, un rumore sempre più lontano, un rumore ormai svanito.
È la stessa auto che troviamo poco dopo, in una fila di parcheggio, tra altre auto parcheggiate in maniera identica. All’ombra, al riparo dal calore, dunque, anche se la superficie solare guadagna terreno e non tarderà, entro qualche tempo, a stendersi sulla carrozzeria. I portici, i marciapiedi, la strada… la linea, gli pneumatici, il cofano, il parabrezza assolutamente pulito che lascia completamente penetrare la luce, il tetto, il bagagliaio… Via via che il tempo passa, il sole si avvicina all’auto, un’auto sempre statica e silenziosa, una vettura sempre ferma.
Poi, la portiera si apre, con il suo caratteristico rumore ; la figura del conducente s’installa al suo posto mentre l’insieme del veicolo ammortizza la massa umana in un leggero movimento discendente ; la portiera è richiusa, la cintura di sicurezza divenuta elastica è avvolta intorno al tronco prima di essere agganciata al suo supporto - provocando un leggero scatto -, il motore è acceso, il freno a mano rilasciato fino a raggiungere l’orizzontalità del suolo, la freccia destra è azionata, il retrovisore è brevemente utilizzato al fine di assicurarsi che non vi siano altri veicoli sulla strada, la leva del cambio è portata avanti a sinistra, il pedale dell’acceleratore è premuto mentre il volante è girato verso destra ; l’automobile si sposta dall’asse, esce dal parcheggio, e l’immagine nitida della sua vernice opaca diventa allora, a contatto col sole, riflettente.
La brillantezza della vernice opaca sfreccia adesso di gran carriera, a tutta velocità su un’autostrada particolarmente sgombra. Il sistema elettrico, il sistema elettronico, il sistema idraulico funzionano come un concerto, i rispettivi rumori contenuti, per non dire soffocati, dall’assemblaggio ermetico dei differenti materiali. Nell’abitacolo, quindi, non c’è il minimo rumore, il minimo suono, all’infuori del lieve soffio della ventilazione che permette all’aria di rinnovarsi. Non c’è neanche polvere sul suolo, sul pavimento scuro, come pure non ve n’è sul rivestimento del sedili, dei braccioli, dei poggiatesta, né sul cruscotto, sul cambio, sul volante… Quanto ai vetri e al parabrezza, sono esenti da ogni traccia, e la loro materia vitrea non fa altro che giocare il suo ruolo, quello di lasciare che la luce naturale penetri nello spazio interno. A intermittenza, il segnale di svolta posteriore è azionato, la vettura si sposta sulla sinistra, le gomme prendono una direzione leggermente obliqua - dopo aver oltrepassato le strisce bianche - poi si riallineano all’asse centrale, una volta effettuato il superamento del lungo convoglio rettangolare, con un margine di sicurezza più che ampiamente sufficiente.
L’ago ha superato cifre elevate, prima di tornare indietro, prima si stabilizzarsi, di nuovo, puntato verso la metà dell’angolo superiore, quello di destra.
Trasmissione, assali, sterzo, tutto si muove silenziosamente, tutto avanza a piena velocità, su una strada ormai sgombra, una strada che vede allontanarsi questa berlina e la sua linea, una linea che si rimpicciolisce fino a incontrarsi, fino a fondersi col paesaggio.
Più tardi, quando il giorno si appresta a cedere il posto, a cedere spazio alla notte, la stessa automobile, la stessa berlina sposa il rivestimento di una carreggiata la cui superficie prosegue in questa cartografia variegata, rettilinea, a scacchi, di nuovo rettilinea, in questa zona urbana che bisognerebbe piuttosto qualificare come zona residenziale - i rettangoli bianchi o abitabili circondati da prati quadrati che si moltiplicano in un parallelismo leggermente irregolare - in questa zona residenziale in cui una serie di rimesse o locali per lo stoccaggio dei veicoli si segnalano da lontano per la loro forma geometrica aperta o ermetica.
Lentamente, il motore avanza, e non si sente più nient’altro che il debole ronzio dell’insieme del circuito le cui differenti strutture, le cui differenti parti continuano ancora a interagire, alimentate continuamente dai diversi liquidi di base essenziali che sono il liquido di raffreddamento, l’acqua, il carburante, ecc.
La carrozzeria compie una rotazione che permette ai cerchioni di brillare in tutto il loro splendore, poi sale un leggero dislivello, sempre a bassa velocità, fino allo posto auto residenziale la cui unica porta d’ingresso - un battente verticale - si sta sollevando, senza il minimo rumore.
Mentre la notte comincia a ricoprire il cielo del suo strato scuro, opaco, la carrozzeria effettua un’ultima rotazione, di lato, prima che la marcia indietro la riporti sull’asse iniziale, asse che segue sino ad incasellamento nel parcheggio.
Quest’ultimo, adesso, è appena stato raggiunto. Il complesso del veicolo ha riconquistato il suo posto, il motore può allora ritornare muto.
I fari… gli anabbaglianti…
Poi… la notte.

Traduzione di
Mirta Cimmino

 

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